La storia di villa Aldobrandini inizia nel 1566 quando monsignor Giulio Vitelli acquista a Monte Magnanapoli una villa con un giardino segreto e un parco, in seguito restaurata e abbellita dall’architetto Carlo Lambardi.
Nel 1600 la villa viene acquistata da Papa Clemente VIII che a sua volta la dona a suo nipote, il cardinale Pietro Aldobrandini. Quest’ultimo la fa abbellire ulteriormente facendo aggiungere scale, logge e una facciata sul giardino che venne a sua volta arredato con statue, vasi e fontane.
Al piano superiore del palazzo era ospitata una ricchissima collezione di opere d’arte lasciata in eredità al cardinale, che vennero poi spostate dalle famiglie che le ereditarono alla sua morte.
Tra il 1811 e 1814 la villa fu la dimora del governatore francese Sextius De Miollis per poi tornare ad essere degli Aldobrandini fino al 1926 quando, di dimensioni assai ridotte, passò allo Stato italiano.
L’edificio principale ha uno stile barocco: si entra attraverso un ampio portale che introduce su uno spiazzo, cui fa da fondale un grande ninfeo. Al di sopra del ninfeo, vi è una loggia con statue e colonne, al centro un tempietto dorico sormontato dallo stemma della famiglia, nel cui interno s’intravede l’immagine di Afrodite.
L’interno conserva soffitti a cassettoni e medaglioni in stucco nonché affreschi con carte geografiche e vedute, tra cui una che raffigura la stessa villa.
Nel giardino vi erano numerose statue di cui oggi restano solamente alcuni frammenti, al contrario, si è abbastanza conservato il ninfeo visibile dall’ingresso.